La realizzazione di un museo permanente della civiltà preispanica peruviana (ed andina in generale in un futuro non lontano) in Pescara vuole fornire al pubblico italiano uno strumento di vitale importanza per la conoscenza di un popolo che da millenni comunica per mezzo dell’arte, utilizzando a questo scopo un linguaggio le cui idee fondamentali sono: l’abbondanza, la fertilità e la scommessa per il futuro. Una civiltà che per oltre 5000 anni ha sviluppato un equilibrio socio-culturale centrato sul concetto di comunità e sul rispetto della natura e della società, trasmettendo la saggezza "scritta" nel simbolismo dei suoi oggetti culturali. Le sue società agricole, infatti, impararono ad addomesticare la natura senza depredarla, sviluppando la coltivazione delle piante alimentari e medicinali, l’allevamento degli animali e l’ingegneria dei terreni nei diversi ecosistemi che la costituiscono, dando alla storia dell’umanità la più ampia e completa gamma di prodotti naturali che una cultura abbia mai sviluppato. Per non parlare della bellezza dei lavori artigianali che si manifestano, ad esempio, nell’armonia dei disegni geometrici, nei tessuti, nella minuziosa rappresentazione della vita campagnola, nei " mates sbalzati", nella mescolanza culturale e nei colori dei " retablos", nel finissimo intaglio delle pietre di Huamanga, nel difficile barocco degli intagli in legno, nella bellezza degli oggetti d’oro e d’argento e nelle diverse forme che assume l’argilla nella ceramica. Il successo registrato dalla mostra tenutasi a palazzo Strozzi di Firenze dal novembre 2003 al febbraio 2004, intitolata "Perù, 3000 anni di capolavori. Pitture, sculture, gioielli, tessuti, arte erotica dalle origini all’impero inca.", definita dalla critica un evento culturale destinato a segnare una svolta nella percezione occidentale dell’arte preispanica peruviana, rappresenta una incontrovertibile testimonianza del crescente interesse del pubblico italiano per questa civiltà. Per non parlare poi dell’esaltante successo ottenuto dalla mostra "Inca – Origini e mistero della civiltà dell’oro" andata in scena a Brescia al monastero-museo di Santa Giulia dal 4 dicembre 2009 al 27 giugno 2010. Alla fine i visitatori raggiunti sono stati 273 mila. Un risultato che pone la mostra bresciana al secondo posto nella classifica italiana delle più viste, dopo Caravaggio. Dalle interviste rilasciate al quotidiano Bresciaoggi traspare tutta la soddisfazione degli organizzatori: «Il successo è nato dalla sinergia fra pubblico e privato, dal coinvolgimento della città e delle associazioni di categoria, dal tam tam che, partito da Brescia, ha saputo coinvolgere visitatori di diverse provenienze» ha sottolineato l'Assessore alla Cultura Andrea Arcai «Le maggiori affluenze sono state, in ordine, da Lombardia, Emilia, Piemonte, Veneto, con visitatori di qualità visto che l'articolo più richiesto al bookshop è stato il catalogo della mostra, seguito dai gadget come magneti, matite e gioielli». «L'esposizione ha avuto risultati oltre ogni previsione» ha enfatizzato il Presidente della Fondazione Brescia Musei, Fausto Lechi «C'è molta soddisfazione, in particolare per l'attenzione delle nuove generazioni, con 42 mila bambini e ragazzi che hanno partecipato ai laboratori sugli Inca e 35 mila a quelli su Santa Giulia: la didattica è un settore di successo che intendiamo potenziare, proseguendo nella proficua collaborazione con Artematica». «Un campionato vinto quello che si è concluso ieri» secondo il Direttore artistico di Brescia Musei, Maurizio Bernardelli Curuz «considerato che col Caravaggio delle Scuderie a Roma non c'era partita, essendo quest'ultima una mostra di Stato, rivelatasi in assoluto la più visitata di sempre. Un vigoroso ringraziamento va al dott. Antonio Di Tillio, ideatore e promotore della mostra, il quale, pur deluso dalla sconcertante indifferenza delle istituzioni locali della propria città di origine, destinataria in un primo tempo del progetto, ha dato il suo pieno appoggio e collaborazione affinchè Brescia ospitasse tale mostra e la città ha risposto, rimandandoci con un'altissima fruizione lo spessore del percorso mostra costruito».
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Museo Arqueológico Rafael Larco
Lima |
Già il Museo archeologico Rafael Larco di Lima (il più grande ed importante museo privato di arte preispanica peruviana al mondo), ha dato la sua completa disponibilità di supporto al nascente Museo del Centro Andino Internazionale con la messa a disposizione sia del suo know - how che delle sue variegate collezioni. |
Instituto Nacional de Cultura
Perú |
Anche l’Instituto Nacional de Cultura (branca del Ministerio de Educación Peruano) ha dato mandato alla Dirección de Museos y Gestión del Patrimonio Histórico di coordinare con noi quanto necessitato. |