LA TRAGEDIA DELL’ABRUZZO

Il terrore

Il dolore

La speranza

Dopo gli aiuti dell’emergenza in stretta collaborazione con la Protezione Civile, operiamo nel  post-emergenza, quando l’assordante silenzio della quotidianità del vivere ha spento i riflettori dell’onda emotiva facendo esplodere fragorosa la necessità di una solidarietà impregnata di generosità, tenacia e dignità verso questo Abruzzo “forte e gentile”.

In particolare noi, Abruzzesi fra gli Abruzzesi.

309 morti, 2000 feriti, 70.000 senza tetto.

QUANDO, DOVE E COME

La fede

L’onore, l’orgoglio e l’onere

“Summit del G8 a L’Aquila”

 

Ospitati circa 25 mila persone, tra delegazioni, giornalisti e forze dell’ordine.

 

 

La sede

Casella di testo: Cos’è il G8

Il G8 raggruppa i principali paesi industrializzati. Non è un’organizzazione internazionale e non ha una struttura amministrativa con un segretariato permanente, consiste in un processo che culmina in un Vertice con cadenza annuale, nel corso del quale i Capi di Stato e di Governo dei Paesi membri dialogano per trovare soluzioni alle principali questioni globali riassunte nella “Dichiarazione Finale”. La Presidenza del G8 viene assunta a rotazione da ciascun Paese, che promuove la definizione dei temi da inserire in agenda e delle priorità di azione, così come l’identificazione di nuovi obiettivi e settori d’intervento. 
Le Presidenze ruotano con l’ordine seguente: Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Germania, Giappone, Italia e Canada.
L’Unione Europea – attraverso la Commissione Europea – partecipa al G8, ma non presiede né ospita il Vertice G8.
L’Italia detiene la Presidenza del G8 per il 2009. Ha quindi la responsabilità di ospitare e organizzare gli incontri preparatori necessari per arrivare al Vertice de L’Aquila che si terrà dall’8 al 10 luglio, in occasione del quale si riuniranno i Capi di Stato e di Governo.
Nel corso del suo anno di Presidenza, l’Italia ha anche la responsabilità di parlare a nome del G8, e di dialogare con gli altri paesi, le Organizzazioni internazionali e la società civile.

L’emozione dei grandi

 

 

        8 luglio: G8

 

 

 

 

 

        9 luglio: G 14

 

 

 

 

        

        10 luglio: G 27

Casella di testo: I MISTERI DE L’AQUILA

Attraverso i monumenti che  preservano tutta la storia della città fondata da  Federico II di Svevia e  l’influenza dei Cistercensi, quei grandi conoscitori dei segreti della scienza, dell'astronomia e dell'ingegneria di cui i Templari furono il braccio armato, affiorano vari misteri irrisolti della storia aquilana.

L’Aquila e Gerusalemme















Supportati dagli scritti dello storico Crispomonti nei quali sottolineava la straordinaria somiglianza della Città Santa con il disegno delle mura de L’Aquila, abbiamo messo a confronto le piante antiche di Gerusalemme e de L’Aquila.  Guardando attentamente le piante, si notano altri rilevanti particolari: il fiume Cedron scorre nell’omonima valle, come l’Aterno per L’Aquila;; verso nord c’è il monte del Tempio che per L’Aquila corrisponde a Collemaggio. Le due città sorgono entrambe su colline ad un’altitudine di 721 metri slm per L’Aquila e poco più (circa 740m) Gerusalemme. Ponendo a confronto le mappe del centro storico delle due città, si ottiene una sovrapposizione alquanto precisa, che vede corrispondere il Sud de l’Aquila al Nord di Gerusalemme. Sin dall’epoca dei romani, Gerusalemme era divisa in quattro quartieri che oggi sono quello cristiano, quello musulmano, quello ebraico e quello armeno. Anche l’Aquila è divisa in quattro quarti, una divisione del tutto originale per le città dell’epoca. Molte anche le similitudini tra due importanti costruzioni: la piscina di Silo a Gerusalemme e la fontana delle 99 cannelle a L’Aquila, entrambe opere di ingegneria idraulica adiacenti ad una porta muraria costruite nella parte più bassa della città. Lo stesso numero 99 che così tante volte ricorre nella storia de l'Aquila, è ricco di rimandi al mondo cristiano e a Gerusalemme: 99 sono le lampade ad olio che bruciano ininterrottamente, notte e giorno, nelle grotte vaticane dove sono ospitate le tombe dei Papi. 9 erano i Templari che scavarono per 9 anni nel Tempio di Salomone. E la stanza segreta in cui si supponeva fosse l’Arca dell’Alleanza misurava 9 x 9 m. L’ordine dei Templari fu istituito nel 1099.
99.16 è il numero delle lunazioni che si verificano nel corso di 8 anni alla latitudine de l’Aquila. Le coordinate geografiche della città sono: latitudine 42”21’ (la cui somma 4+2+2+1= 9), longitudine 13”23’ (somma 1+3+2+3= 9). Gerusalemme ha come numero 66, il valore numerico corrispondente alla parola Dio. L’Aquila, è la sua copia occidentale, progettata con i punti cardinali topograficamente invertiti, così come invertendo 66 si ha 99. Sempre nella topografia delle due città si osservano delle corrispondenze davvero singolari: il Monte del Tempio a Nord di Gerusalemme rispecchia la posizione a Sud della Chiesa di Santa Giusta a l’Aquila, così come speculari sono le collocazioni dell'aquilana Basilica di Collemaggio voluta e costruita da Celestino V e del Monte degli Ulivi di Gerusalemme. 
 
                                      






Dopo la prima Crociata (1096), molti dei cavalieri tornarono in Europa, lasciando la Terra Santa nelle mani dei predoni. Nel 1099 Ugo di Payns, originario della cittadina francese di Champagne, insieme al suo compagno d'armi Goffredo di Saint-Omer e ad altri sette cavalieri raggiunsero Gerusalemme divenendo custodi del Sepolcro di Gesù, e dando inizio ad uno dei più antichi ordini religiosi cavarellereschi cristiani, quello dei Pauperes commilitones Christi templique Salomonis (Poveri Compagni d'armi di Cristo e del Tempio di Salomone), meglio noti come Cavalieri Templari, o semplicemente Templari. Ma il vero compito di questi uomini andava ben oltre la protezione dei pellegrini europei giunti in Terra Santa, essi infatti si dedicarono alla ricerca dei tesori del Tempio di Gerusalemme, reliquie dai poteri immensi, andate perdute nel corso dei secoli. E’ in questo modo che i Templari entrarono in possesso di oggetti e documenti importanti, che si impegnarono a custodire e tramandare in segreto. La leggenda racconta che i Templari nascosero parti dei loro tesori in vari luoghi segreti, alcuni dei quali si trovano in Italia. E proprio a L’Aquila diverse sarebbero le tracce del passaggio e della presenza dei Templari: a Fossa, a pochi km da l’Aquila, si trova la chiesa di S. Maria Ad Criptas del XIII sec. i cui affreschi presentano molti riferimenti ai “tesori” e ai misteri in mano all’ordine cavalleresco. Nella sequenza pittorica della Flagellazione, la Crocefissione e la Deposizione di Gesù, è infatti raffigurata la Sacra Sindone, una delle reliquie sicuramente custodite dai Templari in quegli anni. Nella scena della Flagellazione inoltre, si vede un Gesù molto alto, più alto rispetto ai suoi contemporanei, così come sarebbe indicato dalle tracce presenti sulla Sacra Sindone. Allo stesso modo, nella Crocefissione il corpo di Gesù rispecchia perfettamente, nell’allineamento e nella postura, quello rappresentato nella Sacra Sindone. Infine, nella Deposizione di Gesù, colpiscono la posizione della testa, e ancor più quella del pollice piegato, che sembra proprio rispecchiare quella dell’impronta sindonica. Sembrerebbe quindi che colui che ha dipinto questi affreschi abbia avuto modo di vedere la Sacra Sindone. Ma non è tutto. In un altro affresco, vicino il tetto della chiesa, le vesti di San Giorgio e San Martino sono quelle tipiche dei Templari, dai colori bianco e rosso.                                                                                                                                                           
L’attuale stemma de L’Aquila reca un motto "IMMOTA MANET" e tre lettere PHS. Non si conosce l'epoca in cui le lettere ed il motto furono inseriti nel primitivo stemma, nè si conosce il significato. Anche nell'arma della città L'Aquila deve dunque avere il suo mistero. 

                                                        
 





Il PHS non ha senso logico nè da solo, nè legato col motto. Una delle interpretazioni più comuni date al complesso è la seguente: Immota Per Hoc Signum Manet ma a questo punto, visti i documentati legami dell'Aquila con i Templari non potrebbe significare Priuree Honorable Sion, il celebre Priorato di Sion, l’antichissima associazione segreta che ordinò la formazione dei Templari e secondo alcuni custodi del Santo Graal? 

Papa Celestino V e l'edificazione della Basilica di S. Maria di Collemaggio

Il 4 aprile del 1292 moriva Papa Niccolò IV, in un periodo di forte crisi della Chiesa a causa del nepotismo e della simonia (la vendita delle cariche ecclesiastiche), tanto che passarono più di due anni per la nomina del nuovo Papa. La scelta cadde su Pietro da Morrone, che il 5 luglio 1294 fu incoronato Papa Celestino V, all’età di 74 anni. Per molti, le ragioni che portarono alla sua elezione erano legate proprio alla veneranda età del Pontefice, e alla sua presunta malleabilità, caratteristica che però fu presto smentita dalle sue scelte.
Ma cosa lega Papa Celestino V al cosiddetto “mistero” dei Templari?
Nato vicino ad Isernia, nel 1210, Pietro da Morrone – futuro Papa Celestino V - entra giovanissimo in convento. Divenuto frate benedettino, si rifugia presto sul Morrone per vivere da eremita e fondare la Congregazione dei poveri eremiti morronesi. Nel 1274 per difendere la sua Congregazione dallo scioglimento, decide di andare fino a Lione dove sta per svolgersi il Concilio voluto da Papa Gregorio X. Un viaggio duro, 1000 km in pieno inverno, che forgia e segna per sempre la sua vita. E' qui infatti che Pietro da Morrone incontra i Templari, soggiornando per due mesi in una loro maggione che poi diverrà convento celestiniano. Sotto lo stesso tetto, c'era il gran maestro Giacomo di Bejau. Probabilmente furono gli stessi Cavalieri Templari ad introdurre Pietro da Morrone al Papa Gregorio X che rimase così ammaliato dalla spiritualità dell'eremita da concedergli la Bolla di conferma dell'Ordine 46 giorni prima che il Concilio iniziasse.
E sembra che fu proprio in quest'occasione che i Templari strinsero un forte rapporto di fiducia con il futuro Papa Celestino V, un rapporto tale che li convinse ad affidare a lui la custodia di un tesoro unico per il quale un tempo era stata costruita persino una città. Durante il suo rientro a Lione, lo stesso Pietro da Morrone racconta di aver incontrato un cavaliere, un angelo che lo avrebbe protetto. In un raro affresco, interdetto al pubblico nella Basilica di Collemaggio, compaiono proprio Celestino e l'angelo, con uno stemma, la croce rossa dei Templari.
 
La Basilica di S. Maria di Collemaggio a l'Aquila

Sulla via del ritorno dalla Francia, nel luglio 1274 Pietro si ferma a l'Aquila. Durante un sonno ristoratore racconta di aver visto La Madonna la quale, in segno di riconoscimento per le grazie ricevute a Lione, gli chiede di costruire, proprio lì a l'Aquila, un Santuario a lei dedicato. Pietro contatta allora subito il vescovo de l'Aquila, Niccolò da Sinistro per la costruzione di un monastero e di un’imponente abbazia. Forse il sogno della Madonna è solo una leggenda, ma sta di fatto che in poco tempo Pietro trova le risorse e i progetti per edificare la propria basilica.
Nell'agosto 1288, la Chiesa di S. Maria in Collemaggio è consacrata, fatto straordinario se si pensa che sia stato un'eremita senza esperienza a guidare la realizzazione di un’opera così maestosa.
E' per questo motivo che molti credono che siano stati i Templari ad intervenire con i loro maestri d'opera e le loro conoscenze. Sembra infatti che essi avessero rinvenuto, nelle rovine del tempio di Gerusalemme, documenti relativi alle leggi divine dei numeri, dei pesi e delle misure, che avrebbero fornito solo ai fidati maestri costruttori di cattedrali. Le cattedrali gotiche, che iniziarono a fiorire proprio nel 1128, l'anno di ufficializzazione dell'Ordine dei Templari, rappresentano dei veri e propri libri di pietra, ricchi di simboli, codici e conoscenze che solo agli iniziati è dato di comprendere. L’influenza templare è d'altronde chiara e visibile nella basilica: nelle forme ottagonali che ricorrono e nei suoi due colori, espressione del dualismo cosmico rappresentato dai due cavalieri su un solo cavallo del loro sigillo.

L'elezione di Papa Celestino V

Nel 1293 Frà Pietro si ritira sull’eremo di Sant'Onofrio sperando di vivere in solitudine. L’anno seguente però, viene raggiunto da Carlo d'Angio’ re di Napoli, preoccupato per la situazione di stallo della Chiesa che da due anni mancava di eleggere un nuovo Papa. Su richiesta del re, Pietro scrive allora una lettera di esortazione ai padri conciliari che il 5 luglio 1294 lo eleggono Capo della Chiesa Cattolica. Il 22 luglio, la notizia raggiunge l'interessato che, si racconta, manifesta come prima reazione l'istinto di fuggire, e solo dopo una lunga meditazione in preghiera decide di accettare la nomina a Papa Celestino V, scegliendo però di non recarsi mai a Roma.
Il 24 luglio parte dall'abbazia di Santo Spirito, a cavallo di un asinello, accompagnato dal re di Napoli e da suo figlio Carlo Martello, re d'Ungheria, per giungere dopo 3 giorni a l'Aquila dove, sul piazzale della Basilica di Collemaggio, viene incoronato Papa.
Come primo atto, istituisce la Perdonanza, ossia la remissione dinanzi a Dio della pena temporale dei peccati: chiunque si sarebbe recato nella Basilica di Collemaggio in agosto, dai vespri del 28 al 29 giorno della sua elezione, avrebbe ricevuto il perdono dei peccati.
Ma Celestino, che non era affatto ingenuo, affida la bolla del Perdono alle autorità comunali sottraendola all'autorità ecclesiastica, tanto che ancora oggi è il sindaco della città a doverla leggere.
Sulla scia della Perdonanza celestiniana, il suo successore, Papa Bonifacio VIII , istituirà il primo Giubileo della storia. Si dice che vivesse più da eremita che da Papa, lasciando il governo della Chiesa ad un collegio di tre cardinali, ma in realtà nei suoi 4 mesi di papato tenta di attuare profonde riforme nella Chiesa cattolica facendo una serie di azioni a tutela degli ordini che vivevano secondo il Vangelo (come i francescani, fino ad allora mal visti dalla Chiesa) e ripristinando le rigide leggi di Gregorio X per l'elezione del Pontefice, soprattutto per quanto riguarda la morte del Papa, e la rinuncia spontanea dell'Ufficio. Che sia stato questo un preludio alla sua futura decisione? Il 13 dicembre 1294, Celestino fa atto di rinuncia delle vesti papali, per tornare ad indossare il suo saio da eremita. Per molti, come scrisse lo stesso Dante per viltade fece il gran rifiuto, ma per molti altri, invece, Frà Pietro aveva un compito più importante dello stesso papato.
Appena 3 giorni prima, il 10 era stato completato il trasporto della casa di Maria a Loreto, e per alcuni, la Basilica di Collemaggio, faceva parte di uno stesso disegno: la costruzione di cassaforti di pietra a custodia dei tesori dei Templari. 
Lasciato il papato, Celestino V torna sul Morrone, dove pero’ è costretto prima a nascondersi e poi a fuggire, per sottrarsi agli ordini del nuovo Papa Bonifacio VIII che lo manda al confino nella rocca di Fumone, in una piccola cella, sottoposto ad una carcerazione terribilmente dura.
E il 19 maggio del 1296 quando il vecchio Papa eremita muore, per cause ancora sconosciute, per venire poi sepolto nella Basilica di Collemaggio. 
L'ipotesi dell'assassinio del Papa, denunciata dall’Abate Generale della Congregazione dei Celestini nel 1630, rimane ancora oggi dubbia, sebbene rinnegata dalla Chiesa. Ad aggiungere mistero nel 1988, la trafugazione delle spoglie di Celestino che per circa 24 ore furono in balia di sconosciuti che le fecero ritrovare nel cimitero di Rocca Passa, in provincia di Rieti. Altro episodio oscuro, fu la ricognizione chimico-tossicologica dei resti subito dopo disposta dalle autorità ecclesiastiche, di cui però non rimane traccia, come ha ammesso anche il Vescovo dell’Aquila.
Recenti scavi, hanno scoperto delle mura nel piano inferiore della Basilica, che testimonierebbero la presenza di stanze sotterranee segrete, in cui sarebbero custodite preziose reliquie: una spina della corona di Gesù, e l'indice della mano destra di San Giovanni Battista. A conferma, il documento Schiffman del 1775 che elenca le reliquie in mano ai Templari, pone al primo posto, come massima reliquia della Cristianità, l'indice della mano destra di San Giovanni Battista, donata all'ordine dei Templari da Re Baldovino di Gerusalemme. Per riassumere, nel 1274 Gregorio X indice il Concilio per ridurre gli ordini e i Templari temono l'unificazione con gli Ospedalieri. Nel 1307 Filippo il Bello cancella i Templari, accusandoli di eresia attraverso un processo pilotato. I Templari, consapevoli del pericolo, avrebbero affidato a Celestino V le loro preziose reliquie, che sarebbero poi state custodite in una città fortezza quale L’Aquila.
É per questa ragione, che Celestino avrebbe abbandonato il Papato, per occuparsi di una missione per lui ancora più importante. Ma quale sarebbe questo segreto? Forse il mitico tesoro del Tempio del Re Salomone... come dall’unica, chiara, visibile indicazione proprio sulla tomba del Papa: lo stemma del Re Salomone.

Il mistero del Sator




Il palindromo è essenzialmente una frase più o meno complessa che può essere letta liberamente da sinistra a destra o da destra a sinistra senza cambiare significato o disposizione delle parole, (per esempio ANNA è un nome palindromo). Il quadrato magico, comunque, è qualcosa che va oltre il palindromo stesso. Infatti sistemando la frase del quadrato magico, SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS, all'interno - appunto - di un quadrato composto da 5 caselle per 5 caselle, si ottiene qualcosa di simile a ciò che appare in figura in alto, e cioè una frase che può essere letta in entrambi i sensi: SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS. 
In Italia il quadrato si trova in parecchi altri luoghi: tra i casi più interessanti la Cattedrale di Siena ed anche Sermoneta, dove il palindromo assume una curiosa struttura circolare. Anche in numerose località europee è possibile rintracciare il quadrato su qualche monumento. In Francia: nella chiesa di San Lorenzo di Rochemaure; in una vecchia casa di Le-Puy; nei castelli di Chinon, di Jarnac e di Gisors. In Spagna a San Giacomo di Compostela, celebre meta di pellegrinaggi medievali. In Ungheria graffito su una tegola di una villa romana di Aquincum, l'odierna Altofen (la vecchia Buda).
Nella zona dell'aquilano vi sono ben TRE SATOR e si trovano a Capestrano, nella chiesa di San Pietro ad Oratorium, a Magliano dei Marsi, in una chiesa dedicata a Santa Lucia e a Campotosto.
Dato che alcune delle località dove è stato rinvenuto il quadrato furono possedimenti templari (ad esempio Gisors e Rochemaure), logico ipotizzare un legame fra il "Magico Quadrato" ed il famoso ordine religioso-militare dei Templari: sembrerebbe, infatti, che gli antichi cavalieri, probabilmente depositari di preziose conoscenze esoteriche, usassero tale simbolo per contrassegnare luoghi particolari o per trasmettere nascoste informazioni cifrate.
Il palindromo Sator lo ritroviamo anche nella cultura MAYA, identico nella forma, ma con parole chiaramente differenti, ugualmente senza alcun significato letterario. Potrebbe dunque essere la trasformazione in lettere del simbolo circolare del sole, la sua ciclicità, l'alba e il tramonto, l’inizio e la fine e poi ancora l’inizio senza fine.












  Il seminatore, col suo carro, tiene con cura le ruote, della quale si cerca di chiarire il senso intendendo il riferimento al seminatore come richiamo al testo evangelico.

 Anagrammando, si ottiene una croce, nella quale la parola "PATERNOSTER" si incrocia sulla lettera N: avanzano due A e due O, che possono porsi ai quattro estremi della croce, come fossero l'alfa e l'omega, il principio e la fine, la cui prima comparsa è attestata nell’Apocalisse di Giovanni.

Leonardo e L’Aquila









E’ un Leonardo da Vinci ormai giunto al culmine della maturazione artistica e intellettuale quello che nel 1516, a tre anni dalla sua morte, disegnò l'Allegoria della navigazione. Leonardo si era trasferito da poco in Francia su invito di Francesco I e si era stabilito nel castello di Cloux, presso Amboise. Al sovrano dedicò l'Allegoria della Navigazione, riproponendo per la residenza reale di Romorantin alcune delle idee sviluppate ai tempi della città ideale per Ludovico il Moro. È un disegno del Leonardo esoterico, un Leonardo profondo conoscitore del "segreto" de L’Aquila e delle sue connessioni con Gerusalemme e con il Tempio di Salomone. Ovvero la linea o l'asse messianico che lega L’Aquila e Gerusalemme. L'asse messianico è una linea invisibile dalla reputazione che incute timore ed ha sempre avuto un valore esoterico. Nelle leggende viene descritta come una fune tesa che ha origine sul Monte degli Ulivi, attraversa per lungo il tempio, forma l'arteria principale di Gerusalemme e punta diritta verso L’Aquila (la "Nuova Gerusalemme" voluta da Federico II) per poi attraversare località canadesi ed australiane denominate "King Stone" (Pietra del Re). In quella canadese, nei pressi di Toronto, nacque la massoneria del nuovo continente. Le tradizioni di tutte le religioni concordano che questa sia la linea da cui il Messia farà il suo ingresso in città. Una volta, lungo questa linea spirituale, si svolgevano processioni: la via era denominata "Strada della Vacca", perché il sacerdote la percorreva per raggiungere il Monte degli Ulivi dove aveva luogo il sacrificio rituale della giovenca rossa. Il sacerdote spargeva sette volte il sangue della giovenca dinanzi la tenda del convegno, che era in vista e allineata con la porta principale del Tempio di Salomone. Secondo il giudaismo tradizionale, un ebreo che abbia avuto contatto diretto o indiretto con i morti (basta aver camminato su o vicino ad una sepoltura) è impuro e gli è vietato l'ingresso nel Tempio. D'altronde è dovere divino per tutti gli ebrei praticare il culto nel Tempio. Ora, tutti gli ebrei sono impuri perché, in un modo o nell'altro, sono entrati in contatto con qualche morto e poi, oggi, il Tempio non c'è. L'ultimo, è ben noto, fu distrutto da Tito nel 70 d. C. Che fare? La purezza, e quindi il dovere di praticare il culto del Tempio, può essere assicurata soltanto con il sacrificio di una giovenca rossa ("Dì ai figli d'Israele che ti menino una giovenca rossa, senza macchia, senza difetti, che non abbia mai portato il giogo", Numeri 19:1-10). I profeti attendono l'avvento della giovenca rossa, sarà il momento in cui la Nuova Gerusalemme dell'Apocalisse di Giovanni aprirà le sue porte. Osservando attentamente il disegno impenetrabile di Leonardo da Vinci, con estrema semplicità si rivela l'eredità del suo segreto sapere, l'ultimo messaggio di un appartenente al Priorato di Sion:
la barca e la vela sono composte da due triangoli sovrapposti, vale a dire il Sigillo di Salomone. L'albero maestro che sorregge la vela è raffigurato da un vero albero dal cui tronco si diramano sei rami principali, ovvero la Menorah - il candelabro ebraico a sette braccia che la Torah prescrive debba rimanere acceso alimentato solo da purissimo olio di oliva. Al timone della barca c'è una giovenca rossa che la manovra attraverso una ruota con otto raggi verso un "nuovo mondo", o meglio, rigenerato su cui svetta radiosa, imperiale, raggiante Aquila; la costellazione Aquila, la stella e la città ideale che segna l'approdo della linea spirituale e messianica, un attracco agognato da una giovane sacra vacca rossa.
Il filo invisibile che congiunge L'Aquila a Gerusalemme è legato al timone dalle otto braccia, significativo riferimento al numero comune tra le due città che indusse Federico II di Svevia ad applicarlo in tutti le sue edificazioni. Avete mai notato, ad esempio, che tutte le antiche fontane dell'Aquila sono ad ottagono?

L’Aquila e i Templari

La ricostruzione

Consegna delle prime case nuove

Casella di testo: Il 6 Aprile 2009 alle ore 03:32 a.m. la zona de L'Aquila è stata colpita da un forte terremoto.

La scossa principale ha raggiunto la magnitudo MI=5,8 e Mw=6,3. La sequenza sismica continua la sua evoluzione, con moltissime repliche che vengono localizzate dal personale INGV in turno H24 con i dati della Rete Sismica Nazionale integrati da ulteriori stazioni sismiche installate subito dopo la scossa principale nell'area epicentrale.
Tre eventi di M>5 sono avvenuti il 6 aprile (Ml=5.8), il 7 aprile (Ml=5.3) e il 9 aprile (Ml=5.1). I terremoti di Ml compresa tra M=3.5 e 5 sono stati in totale 31. Dall’esame dei segnali riconosciuti automaticamente alla stazione INGV MedNet de L’Aquila (AQU, ubicata nei sotterranei del castello cinquecentesco), sono state conteggiate oltre 10.000 scosse. 

La distribuzione in pianta delle repliche evidenzia molto bene l'area interessata dalla sequenza sismica che si estende per oltre 30 km in direzione NO-SE, parallelamente all'asse della catena appenninica. La replica più forte, registrata alle 19:47 del 7 aprile, ha interessato il settore più meridionale dell'area, in prossimità dei centri di San Martino d'Ocre, Fossa, San Felice d'Ocre, dove erano state localizzate piccole scosse nella stessa giornata. L'evento del 9 aprile di Ml=5.1 è localizzato invece più a nord, lungo una struttura di più limitata estensione, sempre parallela alla catena appenninica. 

I terremoti della sequenza sono avvenuti principalmente nella crosta superiore, entro 10-12 km di profondità. Solo l'evento Ml=5.3 del 7 Aprile a SE di L'Aquila ha una profondità di circa 15 km. I dati raccolti finora (sismicità, GPS, SAR, geologia) concordano nell'identificare la struttura responsabile della scossa principale come una faglia con movimento diretto che si estende per circa 15 km in direzione NO-SE ed immersione SO e la cui estensione in superficie si localizza in corrispondenza della faglia di Paganica. 

La magnitudo usata di routine per stimare la grandezza di un terremoto è la cosiddetta Magnitudo Richter o Magnitudo Locale (Ml), che viene calcolata sull'ampiezza massima della registrazione di un sismografo standard (a corto periodo). La Magnitudo Momento (Mw) viene elaborata attraverso un trattamento numerico dell'intero segnale sismico su tutte le frequenze registrate dai sismometri a larga banda della Rete Sismica Nazionale.
Per terremoti forti la Mw viene ritenuta una stima più accurata della dimensione dell'evento e dell'estensione dell'area di faglia.
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